Logo della Fondazione Arena di Verona. Rappresenta un’arena stilizzata, formata da quattro ellissi blu su fondo chiaro. La più grande è all’esterno e la più sottile all’interno. In alto a sinistra, poggiata sull’ellisse più grande, c’è l’ala, ovvero la parte rimanente della cinta esterna, con i suoi quattro archi. Sotto all’arena, la scritta FONDAZIONE ARENA DI VERONA.

Legenda

Questo è il libro di sala accessibile per Rigoletto di Giuseppe Verdi. Si compone di 14 pagine, che possono essere sfogliate in avanti e indietro.

È corredato di versione audio per i testi, audio descrizioni per le immagini, video in LIS, lingua dei segni italiana. I testi possono essere ingranditi a piacimento dall’utente e si può selezionare una visualizzazione con maggior contrasto.

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Rigoletto

di Giuseppe Verdi

Melodramma in tre parti.

Libretto di
Francesco Maria Piave

Personaggi

Il Duca di Mantova [tenore] Rigoletto, suo buffone di corte [baritono] Gilda, figlia di Rigoletto [soprano] Sparafucile, bravo [basso] Maddalena, sua sorella [contralto] Giovanna, custode di Gilda [mezzosoprano] Il Conte di Monterone [baritono] Marullo, Cavaliere [baritono] Matteo Borsa, cortigiano [tenore] Il Conte di Ceprano [basso] La Contessa di Ceprano, sua sposa [mezzosoprano] Un Usciere di Corte [basso] Un Paggio della Duchessa [mezzosoprano]

Cavalieri, Dame, Paggi, Alabardieri

Il centro del palcoscenico è occupato da un edificio di colore grigio-blu, simile ad una casa, che rappresenta la Trattoria Ex Dogana. Al centro, la porta d’ingresso è di legno e sulla facciata sono presenti sette finestre, sopra le quali è dipinta in nero la scritta “Ex Dogana, Trattoria”. Dalla facciata partono due fili di bandierine tricolore e lampadine che congiungono quattro lampioni di legno, allineati di fronte alla trattoria. Di fronte alla porta d’ingresso sono presenti due tavoli, apparecchiati con tovaglie a scacchi rosse e bianche, e delle sedie di legno. Intorno alla struttura, quattordici betulle. In scena, Monterone, Rigoletto, Duca, dame e cavalieri.

Atto I
Monterone, Rigoletto, Duca, dame e cavalieri di fronte alla “Ex Dogana, Trattoria”.

L’immagine mostra l’interno della casa, a due piani, del Duca. Le pareti sono di colore grigio-blu. Al piano terra, sulla sinistra, una colonna bianca adorna l’entrata della casa. Al centro è presente un grande tappeto bianco, sul quale sono posizionati un tavolo di legno e due sedie. Dietro al tavolo, quattro travi di legno sorreggono il piano superiore e la mansarda. A destra, delle scale di legno portano al piano superiore, nel quale una balaustra di legno si affaccia sulla stanza del piano terra.

Atto II
Duca, Marullo, Ceprano, Borsa e altri cortigiani in casa del Duca.

L’immagine mostra la locanda/chiatta di Sparafucile: un’imbarcazione a fondo piatto, larga 13 metri e lunga 7, collegata alla terraferma tramite un pontile. La chiatta è composta da pareti di lamiera arrugginita e travi di legno; su una di esse è presente un lampione. Sulla chiatta, a sinistra, sono posizionati un tavolo e una sedia. Lungo il perimetro, tre pneumatici sono legati a un parapetto di ferro, mentre ai lati sono posizionate due bobine di corda.

Atto III
Maddalena e Sparafucile nella locanda/chiatta di Sparafucile .

Giovanna e Rigoletto sono in piedi, uno accanto all’altra. Gilda è seduta, sulla destra. Giovanna indossa un vestito blu a fiori e sopra un grembiule bianco. In testa un fazzoletto grigio le raccoglie i capelli. Rigoletto indossa una giacca da militare, corta, di colore blu scuro, con 7 file di ricami dorati che incorniciano i bottoni. È decorata sul petto da alcune medaglie. Sotto la giacca indossa una maglia sgualcita in flanella grigia. Ha dei pantaloni blu scuro, delle scarpe da lavoro e, in testa, un basco nero. Gilda indossa un vestito floreale azzurro e bianco, lungo fino al ginocchio. Ai piedi, delle scarpe nere basse. I capelli sono sciolti e appuntati dietro il capo. Al collo, una catenina d’oro con una croce.

Atto I
Giovanna, Rigoletto, Gilda

Il Duca è nella propria casa, al piano terra, di fronte al tavolo. Indossa un completo grigio chiaro, con giacca in tartan. Ai piedi, delle scarpe eleganti nere. Ha i capelli corti, castano scuro, e la barba.

Atto II
Il Duca

Note di regia

Con questa produzione, il regista Antonio Albanese racconta un mondo vicino sia alle atmosfere evocate da Verdi, sia al recente passato.

Il periodo scelto per ambientare l’opera è infatti l’immediato dopoguerra, precedente il boom economico, quando in molte zone del paese le sofferenze della guerra, della povertà ma anche delle malattie, come il colera, erano parte integrante della vita di molti italiani e di molte italiane.

Le atmosfere di fondo sono simili a quelle che Verdi voleva evocare poiché, secondo il regista, “l’immediato dopoguerra è un periodo straniante in cui la memoria della guerra è ancora viva, visibile è il vuoto che essa ha provocato. Segni di una devastazione, di una follia non diversa da quella che troviamo in Rigoletto”.

Dal punto di vista geografico, il regista ambienta la storia di Rigoletto in un paesaggio padano, malsano e stagnante, lo stesso che si ritrova in tanti film neorealisti, che hanno saputo documentare le atmosfere e le contraddizioni del dopoguerra italiano. Secondo Albanese, queste suggestioni cinematografiche non tradiscono, bensì rafforzano il messaggio di Verdi. Nelle parole del regista, infatti, “Rigoletto alterna momenti di tragicità ad attimi struggenti e di involontaria ironia”, e ancora, “una comicità che però nasconde una profonda solitudine”.

Al centro del palcoscenico si trova una trattoria chiamata Ex Dogana, omaggio esplicito ad una delle ambientazioni del film Ossessione di Luchino Visconti. Parte della scena è invece occupata da un cinema all’aperto, dove viene proiettato, durante il preludio, un estratto dal film Bellissima, sempre di Visconti. Si tratta di un frammento in cui una bambina, nel film la figlia di Anna Magnani, è derisa da alcuni adulti, giurati di un concorso cinematografico. Secondo Albanese, infatti, “c’è una sottile corrispondenza fra questa scena straziante e i rapporti fra i personaggi nell’opera di Verdi: fra Rigoletto, la figlia, i cortigiani”.

Il soggetto

ATTO I

Al Palazzo ducale di Mantova si dà una festa. Il Duca racconta di voler sedurre una ragazza che ha visto in chiesa. Intanto, però, corteggia la contessa di Ceprano, facendo infuriare il marito, che viene sbeffeggiato da Rigoletto, buffone di corte. La festa viene interrotta dall’arrivo del conte di Monterone, che accusa il Duca di aver disonorato sua figlia; maledice prima il Duca, poi Rigoletto. Rigoletto rientra a casa da sua figlia Gilda. La ragazza è affidata alla sorveglianza di Giovanna che, però, una volta che Rigoletto si è allontanato, fa entrare il Duca; è Gilda la ragazza che aveva avvicinato in chiesa. Il Duca, fingendosi uno studente, le dichiara il suo amore, che lei ricambia. Partito il Duca, arrivano i cortigiani per rapire Gilda, credendola l’amante del buffone. Coinvolgono lo stesso Rigoletto, facendogli credere di rapire la moglie di Ceprano. Quando il vecchio si accorge di essere stato beffato, è ormai troppo tardi.

ATTO II

I cortigiani raccontano al Duca l’avventura notturna, lui capisce che la rapita è Gilda e la raggiunge. Sopraggiunge Rigoletto, che fa l’indifferente ma è irrequieto. Quando gli è chiaro che la figlia si trova nella stanza con il Duca, perde il controllo e rivela che la ragazza è in realtà sua figlia. Gilda esce dalla stanza e cerca la protezione del padre. La giovane confessa tutto: l’incontro in chiesa, l’innamoramento, il dolore di aver conosciuto l’amore in modo diverso da come l’immaginava. Mentre Rigoletto la consola, Monterone viene condotto in carcere: guarda il ritratto del Duca e nota con amarezza che la maledizione non ha avuto alcun effetto. Rigoletto, nonostante la figlia, ancora innamorata, implori perdono per il Duca, giura vedetta.

ATTO III

Rigoletto raggiunge con la figlia la locanda di Sparafucile, un sicario che gli aveva prospettato la possibilità di eliminare un rivale. Arriva il Duca e corteggia Maddalena, sorella di Sparafucile, al quale Rigoletto ha chiesto di uccidere il Duca. Il vecchio ordina alla figlia di allontanarsi, in abiti maschili, e si accorda con Sparafucile. Il Duca va a dormire, mentre Maddalena cerca di convincere il fratello a risparmiare il giovane ed incita il fratello a eliminare, invece, il gobbo. Gilda, che ha sentito tutto, decide d’impulso di farsi uccidere per salvare, insieme al Duca, il suo amore idealizzato. Rigoletto riappare, salda il debito con Sparafucile e ritira il sacco con il cadavere. Da lontano, però, sente la voce del Duca. Disperato, apre il sacco mentre un lampo illumina il volto di Gilda. Alla ragazza rimane ancora un filo di fiato per spiegare il suo gesto e chiedere perdono. La maledizione si è compiuta.

Logo della Fondazione Arena di Verona. Rappresenta un’arena stilizzata, formata da quattro ellissi blu su fondo chiaro. La più grande è all’esterno e la più sottile all’interno. In alto a sinistra, poggiata sull’ellisse più grande, c’è l’ala, ovvero la parte rimanente della cinta esterna, con i suoi quattro archi. Sotto all’arena, la scritta FONDAZIONE ARENA DI VERONA.

Credits

Realizzazione tecnica: Tadao Agency.
Testi delle descrizioni: Elena Di Giovanni, Francesca Raffi.
Video LIS: In collaborazione con Ente Nazionale Sordi, Consiglio Regionale Veneto.
Voci: Alberto Onofrietti (testi); Sonia Barbadoro (descrizioni).

Disclaimer

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