Questo è il libro di sala accessibile per Nabucco di Giuseppe Verdi. Si compone di 15 pagine, che possono essere sfogliate in avanti e indietro.
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di Giuseppe Verdi
Dramma lirico in quattro parti.
Libretto di
Temistocle Solera
Soldati babilonesi, Soldati ebrei, Leviti, Magi, Vergini ebree, Donne babilonesi, Grandi del Regno di Babilonia, Popolo
Parte I
Nabucco, Fenena, Abigaille e Ismaele di fronte al Tempio di Gerusalemme.
Parte III
Abigaille di fronte alla reggia di Babilonia
Parte IV
Nabucco, Zaccaria e Fenena durante la caduta dell’idolo di Belo.
Parte I
Nabucco, Fenena e Abigaille
Parte III
Il Popolo
Nabucco costituisce un complesso percorso di redenzione (personale, spirituale e politica) e per la sua visione unificatrice, propria dei patrioti italiani negli anni in cui Verdi ha composto l’opera, diventa nell’immaginario collettivo il titolo patriottico per eccellenza, con il coro del Va’, pensiero, sull’ali dorate che si eleva ad inno del riscatto nazionale.
L’opera torna sul palcoscenico dell’Arena con la regia di Rinaldo Olivieri nell’allestimento, considerato ormai storico, creato nel 1991 da Gianfranco de Bosio. “Una moderna metafora - spiega de Bosio - del conflitto tra l'idea monoteista, la cultura dell'uno, dell'individuo, dello spirito e quindi del rigore della forma, e la religione idolatrica, la cultura della pluralità degli dèi in cui domina la legge del più forte e quindi l'esplosione delle forme, il culto dell'estetismo”.
Sul palcoscenico, questo concetto prende forma nella contrapposizione del tempio di Gerusalemme e della reggia babilonese, composta da enormi blocchi dalle tonalità aranciate, e sormontata da una ziqqurat a pianta circolare che richiama la Torre di Babele del famoso dipinto di Pieter Bruegel. La Torre, durante l’opera, si innalza sempre più fino all’esplosione finale, “travolta dalla potenza dello spirito”, nelle parole dello stesso Bosio; non per un altro segno divino, ma per la sopraggiunta pace fra i due popoli, babilonese ed ebreo, attorno a una lingua comune: quella della pace e della concordia.
Il contrasto insito nella vicenda dell'opera è ulteriormente sottolineato dal regista Olivieri grazie alla contrapposizione tra la dinamicità del popolo ebraico e la solennità di quello babilonese; culture e religioni diverse che, al culmine dell'incomprensione, sanno tornare all'armonia nella pluralità. Dal punto di vista cromatico, il contrasto si ritrova nei colori dei costumi: quelli della terra (ocra, bianco canapa e marrone) contraddistinguono sobriamente i costumi degli ebrei mentre i babilonesi vengono vestiti di abiti più lunghi e sfarzosi, dai colori accesi e brillanti.
Gerusalemme è assediata da Nabucco. Zaccaria incoraggia il popolo ebreo rifugiato nel tempio di Salomone e lo rassicura: la figlia del nemico, Fenena, è stata catturata. Zaccaria la affida a Ismaele, ignorando che i due giovani si amano. Ismaele tenta quindi di liberarla, ma viene bloccato da un gruppo di guerrieri babilonesi travestiti da ebrei e guidati da Abigaille, altra figlia di Nabucco. Anche lei ama Ismaele, ma considera l’amore una merce di scambio. Accusa il giovane di tradimento e gli rinfaccia di avergli offerto il regno di Babilonia in cambio del suo amore. Tuttavia, è disposta a rinunciare alla vendetta se Ismaele lascerà Fenena, ma lui rifiuta. Intanto, altri ebrei si rifugiano nel tempio. Quando Nabucco vi fa irruzione, Zaccaria minaccia di uccidere Fenena, ma Ismaele lo blocca e consegna la giovane al padre. Nabucco dà quindi il via alla distruzione del tempio.
Abigaille trova un documento che le rivela di essere una schiava adottata. Intanto, il Gran Sacerdote di Belo la informa che Fenena, nominata reggente dal padre, sta liberando gli ebrei prigionieri. Le comunica inoltre di aver sparso la voce che Nabucco è morto in battaglia, in modo che il popolo babilonese la acclami regina. Sopraggiunge Zaccaria, prigioniero degli assiri, seguito da un levita con le tavole della Legge: il sacerdote prega. I leviti maledicono Ismaele perché ha tradito ma Anna, sorella di Zaccaria, lo difende: dato che Fenena si è convertita al Dio d’Israele, il giovane ha salvato un’ebrea. Sopraggiunge Abigaille, pretendendo la corona da Fenena e seguita da Nabucco che si frappone fra le due sorellastre, impadronendosi a sua volta della corona. A questo punto, scoppia un fulmine divino: in un attimo, Nabucco si riduce a un vecchio in preda alla follia. Abigaille raccoglie così la corona e si impossessa del trono.
Il Gran Sacerdote spiega alla regina Abigaille che è arrivato il momento di sbarazzarsi di tutti gli ebrei, a partire da Fenena. Arriva Nabucco, in evidente stato confusionale, e Abigaille ne approfitta per fargli firmare la condanna a morte per gli ebrei. In un momento di lucidità, però, il re si ricorda che anche Fenena ha scelto di essere ebrea. Nabucco, riacquistando la memoria, ordina alla donna di prostrarsi davanti a lui perché è figlia di schiavi. È proprio dove Abigaille lo voleva condurre: prende il foglio che attesta la sua origine servile e lo straccia. Fa quindi arrestare Nabucco, che la supplica di risparmiare almeno Fenena. Intanto, sulle sponde dell'Eufrate, gli ebrei incatenati e costretti al lavoro pensano con nostalgia alla patria perduta. Zaccaria ancora una volta consola il suo popolo, lo esorta ad avere fede e profetizza la liberazione: Babilonia cadrà.
La folla piange Fenena, che viene condotta al patibolo. Nabucco, prigioniero, chiede perdono al Dio degli ebrei e promette di convertirsi. La grazia divina gli ridona la ragione e così ordina ai guerrieri rimasti fedeli di seguirlo per il riscatto dell'Assiria e la salvezza di Fenena. Intanto, negli orti pensili di Babilonia risuona una marcia funebre e giungono gli ebrei condannati a morte. Quando sopraggiunge Nabucco, cade la statua del dio Belo e i prigionieri vengono liberati. Nabucco li prega di erigere a suo nome un nuovo tempio sulle rovine di quello che lui ha distrutto a Gerusalemme. Abigaille, nel vedere crollare il suo piano, si è avvelenata e ora, morente, chiede perdono a Fenena e a Jeovha. A Zaccaria non resta che benedire il re redento dalla nuova fede.
Realizzazione tecnica: Tadao Agency.
Testi delle descrizioni: Elena Di Giovanni, Francesca Raffi.
Video LIS: In collaborazione con Ente Nazionale Sordi, Consiglio Regionale Veneto.
Voci: Alberto Onofrietti (testi); Sonia Barbadoro (descrizioni).
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