Questo è il libro di sala accessibile per La Traviata di Giuseppe Verdi. Si compone di 14 pagine, che possono essere sfogliate in avanti e indietro.
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di Giuseppe Verdi
Melodramma in tre atti.
Libretto di
Francesco Maria Piave
Signori e Signore amici di Violetta e Flora, Mattadori, Piccadori, Zingare, Servi di Violetta e Flora, Maschere
Primo Atto
Alfredo, Violetta e alcuni degli invitati alla festa in casa di Violetta.
Secondo Atto
Violetta, Alfredo, alcuni degli invitati alla festa in casa di Flora e alcuni Mattadori.
Terzo Atto
Violetta, Alfredo, Giorgio Germont, Annina e il Dottore nella stanza da letto di Violetta.
Violetta, Alfredo e alcuni degli amici di Violetta.
Violetta.
Franco Zeffirelli, nato a Firenze cento anni fa, si spense nel giugno 2019, sei giorni prima di vedere la sua ultima creazione inaugurare l’Arena di Verona Opera Festival.
Zeffirelli era molto legato alla Traviata; dopo il primo incontro nel 1958, a Dallas, con Maria Callas nei panni di Violetta, nove furono le sue produzioni del titolo in tutto il mondo, compreso un adattamento per il cinema.
Questo allestimento, realizzato dal grande regista e scenografo col costumista Maurizio Millenotti, la Parigi di metà Ottocento diventa simbolo di un’epoca e di uno stile, un trionfo dell’alta borghesia e della nobiltà del XIX secolo, fra ori, stucchi, specchi, champagne e sofà.
Nelle parole di Zeffirelli, “La Traviata ci racconta una vicenda che potrebbe avvenire in ogni tempo, in qualunque momento della nostra vita e questa è stata proprio la sua forza”. E ancora: “Violetta è l’immagine perfetta della donna di oggi e di sempre”.
L’allestimento si basa su una grandissima “scatola scenica”, che rende possibile avere scene su più livelli, nascosta e mostrata al pubblico dai movimenti di un colossale sipario, montato su una pedana. A sorreggerlo, due logge “boccascena” che, ruotando, permetteranno appunto dei cambi di scena a vista; una soluzione grandiosa e di grande impatto.
Oltre all’inevitabile spettacolarità dell’impianto scenografico e dei suoi cambi, l’uomo di teatro Zeffirelli racconta per un’ultima volta la vicenda di Violetta con la sua sapiente intuizione di partire dalla fine, da quella malattia che può essere riconosciuta sin dal Preludio di Verdi e sin dalle pagine con cui si apre l’amatissima e ispiratrice Signora delle camelie di Dumas.
Violetta Valéry dà un ricevimento nel suo lussuoso appartamento di Parigi. È una mantenuta d’alto bordo, protetta dal barone Douphol. Le viene presentato un ammiratore, Alfredo Germont. Inizialmente impacciato, il giovane le dedica un brindisi e la invita a ballare, ma Violetta ha un malore; è affetta da tisi e, oltre alla malattia, cova un disagio interiore che la estranea dalla superficialità della festa. Alfredo ha intuito questo stato d’animo e le confessa di amarla da un anno, in segreto. Violetta è toccata: prima lo respinge, quindi gli dà un fiore invitandolo a ripresentarsi il giorno dopo. Rimasta sola, Violetta si interroga sulla natura dei suoi sentimenti.
Sei mesi dopo, Violetta e Alfredo vivono insieme in una casa di campagna fuori Parigi. L’unione sembra felice, ma il padre di Alfredo si presenta a Violetta e la prega di lasciare il figlio: il fidanzamento di sua figlia rischia infatti di essere compromesso dallo scandalo del loro legame. Alla fine, Violetta decide di sacrificare la propria felicità e scrive ad Alfredo un biglietto d’addio. Poco dopo, Alfredo legge la lettera in cui Violetta gli dice che tornerà a fare la mantenuta. Tormentato da gelosia e risentimento, Alfredo si precipita a cercare Violetta per vendicarsi. La sera stessa, in casa di Flora Bervoix, si tiene una festa. Alfredo entra mentre alcuni ospiti giocano a carte. Arriva anche Violetta, accompagnata da Douphol. Alfredo perde il controllo e getta addosso a Violetta il denaro vinto al gioco. Poi, pentito, viene portato via dal padre dopo essere stato sfidato a duello da Douphol.
Siamo nella camera da letto di Violetta malata, un mese dopo. La fine è ormai prossima, come conferma il dottor Grenvil ad Annina. A Violetta non restano che semplici gesti quotidiani, tra cui rileggere le sue lettere. Una su tutte, quella in cui Giorgio Germont l’informa di aver raccontato la verità al figlio, fuggito all’estero dopo aver ferito il barone in duello; ora Alfredo sta ritornando a Parigi per rivederla e chiederle perdono. Quando Alfredo ritorna, i due amanti si scambiano parole d’amore e di perdono, ma ormai lei è troppo debole perfino per reggersi in piedi. A nulla servono l’ingresso di Germont padre, ora pronto ad accettare Violetta come figlia, e le parole di appassionata dedizione di Alfredo. Poi un ultimo, effimero segno di ripresa, e Violetta cade riversa senza vita.
Realizzazione tecnica: Tadao Agency.
Testi delle descrizioni: Elena Di Giovanni, Francesca Raffi.
Video LIS: In collaborazione con Ente Nazionale Sordi, Consiglio Regionale Veneto.
Voci: Alberto Onofrietti (testi); Sonia Barbadoro (descrizioni).
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