Logo della Fondazione Arena di Verona. Rappresenta un’arena stilizzata, formata da quattro ellissi blu su fondo chiaro. La più grande è all’esterno e la più sottile all’interno. In alto a sinistra, poggiata sull’ellisse più grande, c’è l’ala, ovvero la parte rimanente della cinta esterna, con i suoi quattro archi. Sotto all’arena, la scritta FONDAZIONE ARENA DI VERONA.

Legenda

Questo è il libro di sala accessibile per La Traviata di Giuseppe Verdi. Si compone di 14 pagine, che possono essere sfogliate in avanti e indietro.

È corredato di versione audio per i testi, audio descrizioni per le immagini, video in LIS, lingua dei segni italiana. I testi possono essere ingranditi a piacimento dall’utente e si può selezionare una visualizzazione con maggior contrasto.

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La Traviata

di Giuseppe Verdi

Melodramma in tre atti.

Libretto di
Francesco Maria Piave

Personaggi

Violetta Valéry [soprano] Flora Bervoix, amica di Violetta [mezzosoprano] Annina, serva di Violetta [mezzosoprano] Alfredo Germont [tenore] Giorgio Germont, padre di Alfredo [baritono] Gastone, Visconte di Letorières [tenore] Barone Douphol [baritono] Marchese d'Obigny [basso] Dottor Grenvil [basso] Giuseppe, servo di Violetta [tenore] Domestico di Flora/Commissario [basso]

Signori e Signore amici di Violetta e Flora, Mattadori, Piccadori, Zingare, Servi di Violetta e Flora, Maschere

Primo Atto. Alfredo, Violetta e alcuni degli invitati alla festa in casa di Violetta. L’immagine mostra il salotto di casa di Violetta. La parete di fondo, di colore oro, è riccamente decorata in stile XIX secolo con stucchi, archi e specchi.  Al centro della parete, un grande ritratto mezzobusto di Violetta; nel ritratto, indossa un’elegante abito bianco, con le spalle scoperte, e una rosa bianca appuntata al centro del petto. Ai lati, due lampade da parete e, di fronte, due grandi vasi colmi di fiori appoggiati su una superficie rialzata. Di fronte, in piedi su dei gradini, dei camerieri in livrea sorreggono delle bottiglie di champagne. Più avanti, altri gradini su cui sono seduti alcuni degli invitati, con un calice in mano. Al centro della scena, Alfredo, nell'atto di alzare il proprio calice.

Primo Atto
Alfredo, Violetta e alcuni degli invitati alla festa in casa di Violetta.

Secondo Atto. Violetta, Alfredo, alcuni degli invitati alla festa in casa di Flora e alcuni Mattadori. L’immagine mostra la galleria nel palazzo di Flora. La parete di fondo, sui toni dell’oro e dell’azzurro, è riccamente decorata in stile XIX secolo con stucchi, marmi, archi, colonne, specchi e grandi quadri. Di fronte, un’elegante balaustra su cui sono appoggiate delle alte statue di bronzo portalampade. La balaustra è divisa a metà da un’ampia scalinata, da cui alcuni degli invitati alla festa e alcuni Mattadori osservano Violetta e Alfredo, al centro della scena.

Secondo Atto
Violetta, Alfredo, alcuni degli invitati alla festa in casa di Flora e alcuni Mattadori.

Terzo Atto. Violetta, Alfredo, Giorgio Germont, Annina e il Dottore nella stanza da letto di Violetta. L’immagine mostra la stanza da letto di Violetta, in penombra. La parete di fondo è la stessa del salotto di casa, ma il grande ritratto è ora coperto da pesanti tende damascate. Di fronte alla parete, un letto ad una piazza, su cui è sdraiata Violetta, in camicia da notte; Alfredo è in ginocchio, accanto a lei. La testata del letto è composta da grandi cuscini quadrati, di colore grigio. Sopra, dei cuscini rettangolari bianchi e un lenzuolo dello stesso colore. A sinistra del letto, appoggiata sul pavimento, una piccola cassapanca di legno e, davanti, una delle lampade da parete che è caduta a terra. A destra del letto, una poltroncina su cui è seduto Giorgio Germont. Più a destra, Annina è di spalle e il Dottore è in piedi, con il capo chino.

Terzo Atto
Violetta, Alfredo, Giorgio Germont, Annina e il Dottore nella stanza da letto di Violetta.

Violetta, Alfredo e alcuni degli amici di Violetta. Nel primo atto, Violetta indossa un elegante abito azzurro. Il corpetto le lascia le spalle scoperte, la gonna è ampia, lunga fino ai piedi, con due balze nella parte finale. La gonna è rivestita di tulle azzurro a pois, che termina con delle righe blu. Indossa anche una preziosa parure di gioielli composta da orecchini e collana e una stola di tulle azzurro che le copre parzialmente le spalle e le braccia. Ha i capelli castani, raccolti. Alfredo indossa un frac nero, composto da pantaloni e giacca corta fino alla vita, che sul dietro si prolunga in due code lunghe fino al retro del ginocchio. Sotto alla giacca, un gilet bianco, camicia bianca e un foulard bianco legato al collo. I capelli sono castani e corti. Le invitate alla festa indossano tutte eleganti abiti, molto ampi, sui toni dell’azzurro e del blu, gli uomini indossano il frac, come Alfredo, mentre i camerieri indossano una livrea nera bordata di grigio. Indossano anche una parrucca bianca, con dei boccoli all’altezza delle orecchie.

Violetta, Alfredo e alcuni degli amici di Violetta.

Violetta. Nel secondo atto, Violetta indossa un elegante abito bianco, simile a quello del ritratto. Il corpetto le lascia le spalle scoperte ed è decorato al centro con due rose bianche. La gonna è ampia, lunga fino ai piedi, con delle piccole balze nella parte finale. La gonna è rivestita di tulle bianco e decorata con delle ruches. Indossa anche una preziosa parure di gioielli, composta da orecchini e collana, e dei bracciali. Ha i capelli castani, raccolti.

Violetta.

Note di regia

Franco Zeffirelli, nato a Firenze cento anni fa, si spense nel giugno 2019, sei giorni prima di vedere la sua ultima creazione inaugurare l’Arena di Verona Opera Festival.

Zeffirelli era molto legato alla Traviata; dopo il primo incontro nel 1958, a Dallas, con Maria Callas nei panni di Violetta, nove furono le sue produzioni del titolo in tutto il mondo, compreso un adattamento per il cinema.

Questo allestimento, realizzato dal grande regista e scenografo col costumista Maurizio Millenotti, la Parigi di metà Ottocento diventa simbolo di un’epoca e di uno stile, un trionfo dell’alta borghesia e della nobiltà del XIX secolo, fra ori, stucchi, specchi, champagne e sofà.

Nelle parole di Zeffirelli, “La Traviata ci racconta una vicenda che potrebbe avvenire in ogni tempo, in qualunque momento della nostra vita e questa è stata proprio la sua forza”. E ancora: “Violetta è l’immagine perfetta della donna di oggi e di sempre”.

L’allestimento si basa su una grandissima “scatola scenica”, che rende possibile avere scene su più livelli, nascosta e mostrata al pubblico dai movimenti di un colossale sipario, montato su una pedana. A sorreggerlo, due logge “boccascena” che, ruotando, permetteranno appunto dei cambi di scena a vista; una soluzione grandiosa e di grande impatto.

Oltre all’inevitabile spettacolarità dell’impianto scenografico e dei suoi cambi, l’uomo di teatro Zeffirelli racconta per un’ultima volta la vicenda di Violetta con la sua sapiente intuizione di partire dalla fine, da quella malattia che può essere riconosciuta sin dal Preludio di Verdi e sin dalle pagine con cui si apre l’amatissima e ispiratrice Signora delle camelie di Dumas.

Il soggetto

ATTO PRIMO

Violetta Valéry dà un ricevimento nel suo lussuoso appartamento di Parigi. È una mantenuta d’alto bordo, protetta dal barone Douphol. Le viene presentato un ammiratore, Alfredo Germont. Inizialmente impacciato, il giovane le dedica un brindisi e la invita a ballare, ma Violetta ha un malore; è affetta da tisi e, oltre alla malattia, cova un disagio interiore che la estranea dalla superficialità della festa. Alfredo ha intuito questo stato d’animo e le confessa di amarla da un anno, in segreto. Violetta è toccata: prima lo respinge, quindi gli dà un fiore invitandolo a ripresentarsi il giorno dopo. Rimasta sola, Violetta si interroga sulla natura dei suoi sentimenti.

ATTO SECONDO

Sei mesi dopo, Violetta e Alfredo vivono insieme in una casa di campagna fuori Parigi. L’unione sembra felice, ma il padre di Alfredo si presenta a Violetta e la prega di lasciare il figlio: il fidanzamento di sua figlia rischia infatti di essere compromesso dallo scandalo del loro legame. Alla fine, Violetta decide di sacrificare la propria felicità e scrive ad Alfredo un biglietto d’addio. Poco dopo, Alfredo legge la lettera in cui Violetta gli dice che tornerà a fare la mantenuta. Tormentato da gelosia e risentimento, Alfredo si precipita a cercare Violetta per vendicarsi. La sera stessa, in casa di Flora Bervoix, si tiene una festa. Alfredo entra mentre alcuni ospiti giocano a carte. Arriva anche Violetta, accompagnata da Douphol. Alfredo perde il controllo e getta addosso a Violetta il denaro vinto al gioco. Poi, pentito, viene portato via dal padre dopo essere stato sfidato a duello da Douphol.

ATTO TERZO

Siamo nella camera da letto di Violetta malata, un mese dopo. La fine è ormai prossima, come conferma il dottor Grenvil ad Annina. A Violetta non restano che semplici gesti quotidiani, tra cui rileggere le sue lettere. Una su tutte, quella in cui Giorgio Germont l’informa di aver raccontato la verità al figlio, fuggito all’estero dopo aver ferito il barone in duello; ora Alfredo sta ritornando a Parigi per rivederla e chiederle perdono. Quando Alfredo ritorna, i due amanti si scambiano parole d’amore e di perdono, ma ormai lei è troppo debole perfino per reggersi in piedi. A nulla servono l’ingresso di Germont padre, ora pronto ad accettare Violetta come figlia, e le parole di appassionata dedizione di Alfredo. Poi un ultimo, effimero segno di ripresa, e Violetta cade riversa senza vita.

Logo della Fondazione Arena di Verona. Rappresenta un’arena stilizzata, formata da quattro ellissi blu su fondo chiaro. La più grande è all’esterno e la più sottile all’interno. In alto a sinistra, poggiata sull’ellisse più grande, c’è l’ala, ovvero la parte rimanente della cinta esterna, con i suoi quattro archi. Sotto all’arena, la scritta FONDAZIONE ARENA DI VERONA.

Credits

Realizzazione tecnica: Tadao Agency.
Testi delle descrizioni: Elena Di Giovanni, Francesca Raffi.
Video LIS: In collaborazione con Ente Nazionale Sordi, Consiglio Regionale Veneto.
Voci: Alberto Onofrietti (testi); Sonia Barbadoro (descrizioni).

Disclaimer

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